Il concetto di fraternità appare diverse volte nella storia umana. In questo articolo, lo scopo principale è fornire uno dei possibili sguardi su ciò che distingue la fraternità del passato da quella di oggi, uno dei pilastri del pontificato di Papa Francesco.

La prima differenza da sottolineare riguarda le circostanze storiche. La situazione sociale che precedeva le prime due fraternità era caratterizzata da una società divisa in due parti, che vivevano in un rapporto teso tra loro. Come afferma Stromberg: “La società dell’Antico Regime era nettamente divisa in classi o stati, e gli stati numericamente piccoli della nobiltà e del clero godevano di privilegi speciali come l’esenzione dalle tasse, il monopolio degli uffici e i diritti signorili sulla terra”[1]. La fraternità rivoluzionaria è legata a due processi: distruggere e ricostruire. L’obiettivo, quindi, è eliminare coloro che detenevano il potere precedentemente, per poi prendere il controllo e dominare la società.

La rivoluzione francese rappresenta solo il culmine dei processi precedenti: “Per lungo tempo, una borghesia “in ascesa” aveva fatto soldi solo per ritirarsi e investire i guadagni nel prestigio aristocratico. Per lungo tempo, le frizioni di una società fortemente competitiva avevano portato a scoppi rivoluzionari che possono essere visti meno come una spinta verso una trasformazione totale e più come un modo grezzo di adattamento”[2]. Quindi si tratta di una trasformazione seguita dall’esclusione e dall’eliminazione dei precedenti detentori del potere. Anche Marx, quando scrive sui diritti degli operai, propone la stessa cosa: eliminare il vecchio regime e fondare un nuovo ordine in cui l’uomo sarà più libero nel suo lavoro. Libertà è anche uno dei principi della rivoluzione francese: liberté, égalité, fraternité. Così anche Marx propone il lavoro libero, l’uguaglianza tra gli operai e la fraternità che si realizzerà eliminando gli altri. Francesco, invece, utilizza il concetto di fraternità non soltanto con lo scopo di sanare i ‘peccati’ della società vecchia, ma con l’intento di prevenire i futuri conflitti. Invece di eliminare le differenze, tende a integrarle per trasformare la società in modo da garantire un futuro migliore. Infatti, in “Fratelli tutti” afferma che nessuno si salva da solo[3], mirando a dimostrare che le differenze sono sempre superabili, accettabili e desiderabili per ottenere una visione più chiara.

Questo ci porta a una seconda differenza: le prime due concezioni sono basate sull’uniformità sia sociale che antropologica, mentre la fraternità di Francesco è basata sull’integralità. Poiché sono basate sull’uniformità, ad esempio la classe operaia contro i capitalisti oppure, nella versione francese, la borghesia contro la nobiltà, si può dubitare dell’uso della fraternità per questi concetti. Sembra che la rivoluzione francese ed il movimento marxista promuovessero più la fratellanza[4].

La fraternità, fondata sull’integrazione e sul riconoscimento dell’altro, è, invece, legata all’amicizia sociale,  sintesi della connessione tra fraternità e politica [5].

La terza grande differenza tra queste fraternità è nella loro spiritualità. Gordon Allport distingue tra due tipi di spiritualità: intrinseca ed estrinseca. La spiritualità estrinseca osserva tutto con il concetto di utilità. In questo modo, anche la religione diventa un mezzo attraverso cui si deve ottenere qualcosa. Questo tipo di spiritualità è alla base della fraternità marxista e francese, per cui la religione è un programma politico, conflitto e ribellione attraverso cui si deve ottenere il potere nella società. Invece, la religione intrinseca riguarda il modo di vivere la spiritualità nella vita quotidiana. Infatti, essa implica avvicinarsi all’ascolto, al pacifismo e mantenere un orientamento più tollerante e aperto verso l’altro. Questo tipo di spiritualità caratterizza la fraternità di Papa Francesco, apertamente contro ogni forma di utilitarismo e individualismo: “L’individualismo non ci rende più liberi, più uguali, più fratelli. La mera somma degli interessi individuali non è in grado di generare un mondo migliore per tutta l’umanità. Neppure può preservarci da tanti mali che diventano sempre più globali. Ma l’individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune”[6].

La quarta differenza riguarda l’epistemologia. Le prime due concezioni utilizzano le emozioni per conoscere. Questo è un grande pericolo perché conoscere soltanto attraverso le emozioni può portare a essere orientati esclusivamente ai propri bisogni, dimenticando l’altro come persona umana. Ciò si manifesta nella lotta di classe e nella tendenza all’eliminazione reciproca, dove la propria felicità diventa la cosa più importante di tutte. La fraternità di papa Francesco, invece, utilizza il concetto biblico di epistemologia, cioè conoscere l’altro con il cuore[7]. L’epistemologia del cuore, prima di tutto, include conoscere Dio attraverso una relazione profonda e intima. Questa è una differenza sostanziale, perché le prime due concezioni tendevano a cancellare Dio dalla sfera pubblica.

Conoscere con il cuore significa anche integrare le categorie razionali con quelle emotive, perché attraverso una relazione intima e profonda emerge l’empatia, che non è orientata solo ai propri bisogni, ma soprattutto verso gli altri e i loro bisogni. Essa deve razionalmente comprendere il sacrificio necessario per aiutare l’altro. Il sacrificio in sé non può essere compreso se non attraverso la parte emotiva, cioè l’amore e l’empatia, e la razionalità, che consiste nel riconoscere che l’altro è in bisogno e riconoscerlo come immagine di Dio.

La quinta differenza riguarda l’energia che spinge ad agire. Le prime due concezioni, attraverso l’odio, tendono a distruggere e a costruire da capo una nuova società. Questo processo include anche l’eliminazione di coloro che pensano in modo diverso. La concezione del pontefice utilizza il concetto di amore, che tende a riequilibrare le differenze integrandole in una società per tutti e con tutti, dando a ciascuno uguale importanza. Per questo Papa Francesco usa l’immagine della barca[8], perché essa rappresenta la nostra vicinanza e interdipendenza.

In conclusione, distinguendo le tre diverse visioni della fraternità si rileva come i concetti rivoluzionari e marxisti siano molto lontani dalla Fraternità di Francesco. Innanzitutto, essi eliminano il diverso e tendono a creare una società uniforme, che rappresenta un concetto di utopia. Come spiegato da Manheim, lo scopo principale dell’utopia è infatti eliminare e rovesciare il vecchio sistema.

Inoltre, uguaglianza e libertà, insieme alla fratellanza, mirano a distruggere il diverso. Tuttavia, le caratteristiche di uguaglianza, libertà e fraternità dovrebbero includere e ascoltare l’altro, costruendo una politica e una società favorevole in cui la persona umana è il fine, e non un mezzo. La fraternità senza Dio può essere soltanto fratellanza. La vera fraternità lega tutti gli esseri umani ad una radice di vita comune[9]. Questo non può essere rappresentato né dal capitalismo, né dal marxismo, né dalla rivoluzione, né dal laicismo che escludono, ma può essere rappresentato solo da Dio come creatore e sostenitore di tutto e di tutti. Quindi, la pace fraterna senza Dio è impossibile.

[1] Roland N. Stromberg, «Reevaluating the French Revolution», The History Teacher 20, fasc. 1 (1986): 87–107, https://doi.org/10.2307/493178.

[2] Idem. p. 99

[3] FT 32;108;105

[4] Cfr. Stefano Zamagni, «La fraternità come principio di ordine sociale | BENECOMUNE», BENECOMUNE.net, 31 dicembre 2020, https://www.benecomune.net/rivista/numeri/fraternita-fratellanza/la-fraternita-come-principio-di-ordine-sociale/.

[5] Occhetta, F., La fraternità come nuovo paradigma politico 7:30 https://www.youtube.com/watch?v=g0e1rC6zXWc

[6] FT 105; Gambetti, M. «Encyclica – Fondazione Fratelli tutti», consultato 2 giugno 2024, https://www.fondazionefratellitutti.org/en/enciclica/.

[7] Cfr. Ger 24, 7; Prv 3, 5-6;  Dt 6,5.

[8] FT 32

[9] Cfr. Occhetta, F., La fraternità come nuovo paradigma politico 9:45 https://www.youtube.com/watch?v=g0e1rC6zXWc