Riportiamo l'intervento di Papa Francesco letto durante il Meeting Mondiale Sulla Fraternità Umana #NotAlone. Riteniamo che le parole del Santo Padre possano illuminare il...
Sono passati 75 anni da quando alcuni leader politici e intellettuali lungimiranti come F. D. Roosevelt, Eleanor Roosevelt, Jacques Maritain, John Humphry e René Cassin, ascoltando lo sdegno dell’opinione pubblica per le conseguenze della guerra, rivoluzionarono l’ordinamento internazionale ponendo la dignità della persona al di sopra della sovranità dello Stato. Da quella scelta politica è nata la Dichiarazione universale dei diritti umani. Dopo 75 anni dalla sua approvazione, è utile interrogarsi sull’attualità dei diritti e degli impliciti doveri sanciti dalla Dichiarazione, sul loro fondamento e sull’efficacia della loro tutela, per poterci porre un’ulteriore domanda: perché i diritti umani «regnano ma non governano» e perché si compiono le più feroci crudeltà nel loro nome?
Comunità deriva da “communitas”. In filosofia, sociologia e filosofia del diritto molti autori hanno cercato di definire il significato di comunità a seconda dalle scuole di pensiero. Eppure, nel sentire collettivo il senso di comunità - e di appartenenza ad una comunità - spesso viene smarrito.Cosa significa per noi oggi comunità? Al di là delle definizioni, non c’è dubbio che “comunità” indichi una relazione forte che coinvolge più individui nella loro totalità. Comunità come reciprocità di donazione, ovvero di una relazione di “dare-darsi”, dove la propria identità non si perde, ma fa spazio all’altro nel donare.