In terra baciata dal sole, con le coste lambite da cristalline acque e con un entroterra dove ulivi secolari come sculture si perdono a vista d’occhio, lo zoom del mondo intero si è focalizzato su Borgo Egnazia nei pressi di Fasano, in Puglia.

È qui in un resort ideato, progettato e realizzato, ben 20 anni fa, come un vero e proprio villaggio con le caratteristiche tipiche e peculiari del sud, che si è svolto dal 13 al 15 Giugno il 50° vertice del G7.

Intorno ad un tavolo di legno di ulivo, colpito da Xylella, recuperato da un artigiano fasanese, si sono confrontati i grandi della terra per discutere e dare una risposta univoca e compatta, di fronte alle sfide globali.

Il Vertice, sotto la presidenza italiana con Giorgia Meloni, ha visto la partecipazione di: Justine Trudeau, Primo Ministro Canadese; Emmanuel Macron, Presidente Francese; Olaf Scholz, cancelliere federale della Germania; Fumio Kishida, Primo Ministro Giapponese; Rishi Sunak, Primo Ministro Inglese; Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti d’America; Ursula Von der Leyden, Presidente della Commissione Europea; Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo.

Inoltre, sono stati presenti i leader di: Algeria, Argentina, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Giordania, India, Kenya, Mauritania, Tunisia, Turchia, Ucraina. Hanno partecipato anche gli esponenti di organizzazioni internazionali quali: Banca Africana di Sviluppo, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Nazioni Unite, OCSE.

Ha preso parte, inoltre, per la prima volta nella storia del G7 il Santo Padre, Papa Francesco.

Bellissima è stata l’accoglienza da parte di tutti, dopo l’introduzione della Presidente Meloni, il Pontefice ha preso la parola affrontando un tema di grande attualità: Intelligenza Artificiale (AI).

Il Papa ha aperto il suo intervento con una riflessione su questo strumento e dei suoi effetti sul futuro dell’umanità. Egli nel suo discorso ha definito l’AI uno strumento che affascina e lascia timori.

Forte è stato il richiamo del Papa verso Dio che, come afferma, ha donato all’uomo il suo Spirito, che si concretizza in saggezza; intelligenza e scienza. L’unione tra scienza e la tecnologia afferma Francesco è “il generatore” della AI, anche se come egli stesso ribadisce genera sentimenti ambivalenti. Se da un lato, spiega il Papa c’è l’entusiasmo di tutti i progressi sanitari, politici e industriali; dall’altro c’è il timore di quello che potrebbe generare l’AI che lui definisce come una

rivoluzione cognitivo-industriale, possibile fucina della “cultura dello scarto”. Quale quindi la visione per un suo utilizzo corretto? Come approcciarci a tutto ciò?

Francesco, ci spiega, che l’unica via per un corretto utilizzo di questa tecnologia è quella di vederla come uno “strumento”, che, come ogni utensile, può e deve essere “gestito” dall’uomo.

Il Papa, però, ci mette in guardia da una visione semplicistica della AI come strumento, al pari di un oggetto, essa, infatti, dice il Pontefice ha una sua complessità nell’adattarsi nelle varie condizioni che si palesano. Pertanto, è necessario definire spazi e limiti al potere decisionale della AI, affinché permanga la “cultura dell’inclusione”.

La cieca decisione delegata solo alle macchine per mezzo di algoritmi matematici, ci dice il Santo Padre, ci porterebbe in un oblio dove ci sarebbe l’autodistruzione dell’uomo che ha ideato tutto questo.

All’Incontro Pugliese, non è mancato da parte del Santo Padre anche l’appello alla “sana politica”, che definisce la forma più alta della carità e dell’amore.

La sua grandezza, afferma Francesco, si realizza sulla base di veri principi condivisi e a lungo termine, che abbiano una ispirazione etica e che bandiscano l’omologazione per i popoli.

Pertanto, conclude il Papa, l’AI e la Sana Politica trovano un punto di snodo essenziale, che vede l’integrazione di uno strumento così complesso con decisioni giuste, prese dall’uomo della buona politica, che tenda realmente alla Pace e alla Salvezza di se stesso e del creato.

L’evento, pertanto, ha in sé e con sé tutta la grande portata delle attese dei popoli stretti nella morsa della povertà e dei conflitti e che solo il coraggio evangelico delle scelte future potrebbe esaudire.

I vescovi di Puglia, riuniti a Molfetta alle porte dell’incontro, il 7 giugno scrivevano una lettera di benvenuto ai grandi della terra titolata profeticamente “Siate Audaci, c’è bisogno di Speranza”. Questa esortazione, profonda e significativa, riporta alla mente le parole, sempre attuali, del venerabile Don Tonino Bello che così scriveva: “Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto”.

L’auspicio è ora che spenti i riflettori sul meeting internazionale, ci sia un rinnovato impegno alla cooperazione e alla Pace, che doni speranza vera alla future generazioni.