Intervista a Giulia Milani*, Presidente del Consiglio Comunale di Cassola (VI) con delega alle politiche giovanili

Giulia, qual è stata la vostra prima reazione di fronte a un’emergenza così inaspettata?
Di solito i casi di vera emergenza che ci immaginiamo in un Comune o in un territorio sono legati a eventi sismici, inondazioni, tempeste o incidenti di attività produttive. In tutti questi casi e per tutti questi casi ogni Comune deve essere pronto ad attuare un piano comunale che individui procedure, strumenti, personale ed azioni sia di prevenzione che di intervento. Quello che è certo è che non eravamo preparati ad affrontare un’emergenza come questa. Abbiamo vissuto con apprensione l’aggravarsi della situazione e, nonostante l’iniziale confusione, era chiaro che bisognava tenere a mente le uniche cose davvero necessarie in un momento come quello attuale: pensare alla salute dei cittadini, lavorare per rendere questa emergenza meno gravosa possibile e, la più importante di tutte, essere presenti, più e meglio di prima, per tutti i nostri concittadini. 

Che strumenti ha a disposizone un comune per affrontare questo tipo di situazioni?
Un’amministrazione comunale ha a disposizione alcuni strumenti per fronteggiare una situazione di emergenza. Il primo è il Comitato Operativo Comunale della protezione Civile il cui comando è assunto dal Sindaco ed è costituito da figure professionali che rivestono ruoli necessari in caso di emergenza, segue poi la Giunta Comunale che ha il compito di approvare scelte di carattere politico e tecnico come ad esempio variazioni di bilancio per rendere disponibili risorse economiche e far fronte alle varie azioni da attuare e, infine, il comitato di Sindaci del territorio che permette ai primi cittadini di diverse amministrazioni di scambiarsi informazioni utili a rendere le decisioni il più possibile uniformi in un territorio vasto (quello a cui mi riferisco, il territorio del Bassanese, conta 23 comuni per un totale di circa 150.000 abitanti). L’obiettivo di questo comitato è avere una linea di indirizzo comune e omogenea anche per le decisioni più delicate, per poter far sentire al sicuro e protetti tutti i cittadini perché non c’è niente di peggio in una situazione di emergenza della confusione e della sensazione che chi ci governa non ha un piano chiaro e condiviso. 

Quali azioni avete intrapreso per rispondere a questa emergenza? Immagino vi siate trovati di fronte a una grande responsabilità…  
Abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze di sicurezza, salute e benessere dei cittadini e queste intenzioni si sono tradotte in alcune azioni: ordinanze sindacali per recepire i vari DPCM emessi dal Governo nazionale, il rinforzo delle attività di controllo della polizia locale, la distribuzione di mascherine a tutti i nuclei famigliari presenti nel Comune. Oltre a queste attività abbiamo cercato di proporre dei servizi rivolti a tutta la popolazione, soprattutto quella più fragile, come l’attivazione di supporto psicologico telefonico, il recapito a domicilio di spesa e farmaci grazie al quale siamo riusciti a coordinare diversi punti vendita e farmacie con cittadini volontari per la distribuzione, l’attivazione di un servizio di “spesa sospesa” con la collaborazione di supermercati e negozi per invitare i clienti a lasciare nei carrelli prodotti di prima necessità per le persone in difficoltà e il prestito di PC alle famiglie con studenti che ne erano sprovviste per poter garantire ai ragazzi la possibilità di seguire le lezioni on-line. Tutte queste attività sono state realizzabili grazie all’attivazione di una rete di solidarietà tra associazioni ed amministrazione che mai si era vista prima. Questo grande lavoro di coordinamento tra associazioni, professionisti e volontari è stato possibile anche grazie ad una forte azione di comunicazione, un’azione necessaria per far passare messaggi indispensabili ai nostri cittadini, per rafforzare in loro la sensazione di non essere soli e cercare di essere il più presenti possibile in questo momento difficile. La cosa più importante, infatti, in un momento in cui ci viene chiesto di rispettare le regole del distanziamento sociale è sentire che c’è qualcuno che ci sta vicino e sta pensando anche a noi, ai nostri bisogni e alla nostra salute. E credo che prendersi cura dell’altro e pensare alle necessità di chi ha più bisogno sia sicuramente una grande forma di amore per il prossimo. 

Che cosa sarà prioritario fare nelle prossime settimane?
Le prossime azioni da intraprendere saranno forme di aiuto per le imprese, per le scuole e per le persone in difficoltà: si tratterà di azioni rivolte al sostegno di chi è colpito maggiormente da questa emergenza come famiglie con studenti a carico, anziani, persone con fragilità e che hanno perso il lavoro. 

Un’emergenza di queste dimensioni ha scosso profondamente il Paese e tutte le comunità locali. Come è cambiato il rapporto con i cittadini in questo periodo?
Se possiamo imparare qualcosa da questa situazione è la straordinaria responsività e responsabilità dimostrata dai nostri concittadini. Mai come in questo momento li sentiamo più attenti, partecipanti alla vita pubblica, solidali e costruttivi. Siamo tutti consapevoli che solo come comunità potremo superare questo momento. Da questo rapporto “sospeso” che stiamo vivendo cercheremo di trarre il meglio che possiamo: la disponibilità a offrire il nostro aiuto a chi ne ha più bisogno, il rispetto e la condivisione. Credo e sono sicura che la situazione in cui ci troviamo possa metterci sulla buona strada per diventare cittadini migliori, e che ci insegni a prenderci cura degli altri e del nostro paese riscoprendo il valore di sentirsi parte di una comunità viva.

*Dottoressa in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica all’Università degli studi di Padova.
giuliamilani08@gmail.com