*di Giovanni Amman
Il periodo che abbiamo appena attraversato ha rivoluzionato il mercato del vino, con i locali e le enoteche chiuse, per esempio, tanti consumatori si sono affidati ai canali di vendita online. Durante il lockdown si è potuto registrare un vero e proprio boom delle vendite online di vino e di prodotti alcolici, tanto che, tra febbraio e marzo, si può notare un incremento degli ordini del 245% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.
Tali dati confermano un trend già in voga da anni, che ha avuto una brusca accelerata con l’emergenza sanitaria. Da qualche anno, infatti, si discute sul fatto che l’online possa essere l’ancora di salvezza per il mercato del vino, soprattutto per quelli di fascia medio alta, perché la vendita online permette di abbattere i costi della distribuzione, che spesso provocano rincari del 100% sul prezzo. Inoltre, con più di metà della popolazione mondiale chiusa in casa, anche le aziende più piccole e più diffidenti alle vendite online hanno comincia a procedere in questa direzione, segno che questa fetta di mercato non è più trascurabile.
Nonostante le numerose possibilità che l’e-commerce offre, tanti piccoli produttori non riescono a sostenere i costi della distribuzione e i ritmi sfrenati delle consegne online.
Per questo motivo stanno nascendo alcune iniziative a tutela delle cantine di dimensioni ridotte, come OriginalItalia che, attraverso un sistema che è allo stesso tempo sia innovativo e tradizionale, riesce a collocarsi nel mondo del vino con massima trasparenza e approccio sostenibile. L’obiettivo è quello cambiare la percezione del vino italiano nel mondo, valorizzando le piccole realtà con una commercializzazione controllata, dando l’opportunità ai produttori di conoscere come vengano venduti i loro vini sul web e trasmettendo i valori unici di un prodotto totalmente italiano, risultato di un grande patrimonio geografico, storico e culturale.
L’e-commerce è sicuramente un vantaggio per tante aziende e tanti operatori del settore, ma manca dell’aspetto esperienziale e sociale, parte integrante del consumo del vino e degli alcolici. È diverso degustare un buon vino, consigliato da un esperto e il bere un bicchiere di vino giusto per accompagnare il pasto; o ancora, se si pensa al consumo di alcolici durante l’aperitivo, è difficile immaginare quel momento da soli, senza la compagnia di amici e conoscenti che si crea in un locale.
Per far fronte alla chiusura prolungate dei locali, tanti commercianti del settore stanno iniziando a chiedersi come guardare al futuro del food delivery, che deve diventare anche esperienziale.
Tanti sommelier, i barman e chef stanno pensando a consegne e menù personalizzati, con l’aggiunta persino di sottofondi musicali esclusivi per ricreare l’esperienza unica dell’aperitivo o del di un buon piatto al ristorante. Secondo Vittoria Veronesi, direttrice del Master in Food and Bevarage dell’Università Bocconi di Milano, l’emergenza covid-19 ha obbligato gli operatori del settore ad adattare il proprio business in base alle esigenze e alle modalità di consumo emerse. In questo senso l’home delivery è, e continuerà ad essere, un driver di sviluppo fondamentale per la ristorazione, che non diminuirà con le riaperture, ma che affiancherà ancora l’attività all’interno dei locali. Questo renderà il mercato ancora più competitivo: per differenziarsi, sarà necessario arricchire il servizio di delivery con aspetti esperienziali.
Le iniziative che stanno nascendo sono molte, che differiscono per le caratteristiche del servizio pre e post-vendita, per il packaging e per le modalità di pagamento, fino ad arrivare all’attenzione al dettaglio che fa sentire il cliente coccolato, trasformando il tavolo della propria abitazione in quello del locale o del ristorante.
Alcuni esempi sono i drink pronti da gustare a casa della start up Nio Cocktails, o ancora alcuni locali di San Salvario, noto quartiere della movida torinese, che attraverso l’associazione dei commercianti del posto fa rivivere a casa tutto il percorso che normalmente si farebbe per le strade, dall’aperitivo al dolce, passando per la cena al ristorante.
Inoltre, siccome non di solo cibo vive l’uomo alcune associazioni culturali hanno pensato anche un menù di poesia da scegliere, ordinare e ascoltare a casa, al telefono o online.
*Dottore in Scienze Giuridiche. Ha frequentato corsi alla Italian Food Academy e ha conseguito il certificato di secondo livello come Sommelier
giovanniamman@gmail.com
Fonti:
- E-commerce e vino: una rivoluzione permanente, iniziata prima dell’emergenza, winenews.it, Montalcino (Siena)
- Il vino corre online: nasce Originalitalia.it per l’ecommerce slow, V. Chierchia,, Il Sole24ore
- Chef, sommelier e barman portano la movida a casa: ecco la fase 2 del delivery, M.T. Manuelli, il Sole24ore