Mai come in questo momento è fondamentale mettere al centro l’universalità della condizione umana. Il Covid-19 ci rimette tutti sullo stesso piano: non è più un problema che riguarda esclusivamente singoli individui né singoli Stati, ma è tutta la comunità umana che va ricostruita, al di là delle barriere nazionali e dei confini politici. La pandemia mette in luce che la solidarietà e la ricostruzione di una società giusta, equa ed inclusiva non è un lavoro che possiamo portare avanti da soli. Ecco perché un esempio come quello offertoci dai volontari spagnoli è fondamentale perché non cadiamo nel tranello di pensarci slegati gli uni dagli altri, sia nelle azioni singolari sia come società.

Ho conosciuto Bocatas tre anni fa, quando un venerdì sera un amico, volontario dell’associazione da diverso tempo, mi ha portato con sè alla Cañada Real: una collina dimenticata da tutti, dove da quasi venticinque anni Bocatas porta cibo e fa compagnia agli ultimi: tossicodipendenti e minori gitani abitanti di una baraccopoli fuori Madrid, che sembrano dimenticati e rigettati dalla società. Ho avuto subito l’impressione di essere di fronte a qualcosa di prezioso.

In queste settimane, la pandemia di Covid-19 che ha investito la Spagna ha portato gli amici di Bocatas a mobilitarsi seguendo una forma diversa da quella usuale. L’iniziativa sta avendo un impatto grandissimo. “Da 25 anni – raccontano i volontari – facciamo compagnia e portiamo del cibo ai tossicodipendenti de La Cañada Real, dove sperimentiamo che il male non è l’ultima parola.

Il COVID-19 ha provocato una crisi economica che coinvolge moltissime persone e famiglie intorno a noi, le quali si trovano in condizioni di estrema necessità. Pertanto, e per il fatto che da questa crisi non possiamo che uscirne se non insieme, abbiamo deciso di fare un passo avanti e metterci al servizio di tutte quelle persone che stanno vivendo davvero un brutto momento”. La “passione per l’uomo” (motto dell’associazione) che anima questi amici non si è tirata indietro. Nasce così l’idea di dare vita ad una campagna intitolata “L’Amore Vince Sempre”. Il titolo è tratto dal discorso di San Giovanni Paolo II in Cile (1987), e racchiude un messaggio semplice e vero per tutti, in grado di unire chiunque al di là delle differenze.

Sul sito dell’associazione i volontari scrivono: “Se noi, che viviamo una normale vita sociale e lavorativa, ci siamo visti totalmente disarmati nel difendere il nostro bene più elementare, la vita, immaginatevi tutti coloro per i quali, prima dell’inizio della pandemia, la vita sociale e lavorativa era già al minimo o in crisi”.
Prendendo coscienza della gravità della situazione, è nato il desiderio di andare incontro alle situazioni di difficoltà perché “questi gruppi vulnerabili devono anche essere curati con la stessa cura e dedizione che i medici e il personale sanitario hanno per il resto della società”. Organizzandosi tra amici e volontari, con l’appoggio della Parrocchia di San Tommaso Apostolo che fornisce gli spazi di deposito e magazzino, riescono a raccogliere cibo sufficiente per essere distribuito settimanalmente in 350 famiglie, arrivando a coprire più di 2000 persone.

La mobilitazione è enorme, i volontari sono più di 90 e il numero delle persone raggiunte è sempre in crescita. Gli amici di Bocatas non hanno saputo non rispondere alla sfida sociale e umana posta dalla pandemia. Sono stati in grado di adattarsi per non lasciare indietro chi ha avuto bisogno. Hanno risposto alla pandemia attraverso i gesti semplici del prendersi cura perché “la nostra esperienza rimane la stessa di questi vent’anni e oltre nella baraccopoli: che l’amore vince sempre”.

Per maggiori informazione e per sostenere Bocatas: link del sito “ElAmorVenceSiempre”. C’è in italiano: https://bocats.org/it/lamore-vince-sempre/ e anche in spagnolo http://bocats.org/el-amor-vence-siempre/ 
Pagina Instagram, Facebook, e-mail:
https://www.instagram.com/caritativa_bocatas/
https://www.facebook.com/bocatas.tribu.7
boactas@gmail.com (per l’Italia il contatto è  Roberto Ferrario bocatasbinario10@gmail.com)

Ecco i volontari all’opera!