di Mario Di Ciommo*
 

 
Sentiamo parlare della pandemia come di una sfida “senza precedenti”. Effettivamente lo è, visto che ha costretto per settimane al lockdown più di quattro miliardi di persone in tutto il mondo. Non sono senza precedenti, invece, le difficoltà che la Ue sta incontrando nell’affrontare questa crisi: quelle di ricomporre a livello europeo i divergenti interessi nazionali, difesi con le unghie e con i denti dai governi nazionali, i quali finiscono, in genere, per imporli alle istituzioni comunitarie. Di qui una Ue che non riesce ad adeguare il proprio strumentario alle sfide che ha dinanzi. A tale stato si è ridotta una Ue che, da tempo, ha dimenticato di essere “una comunità, pensando a sé stessa progressivamente come un mercato”, perdendo per strada gli elementi di solidarietà, di convergenza, di pensiero politico che la caratterizzavano (Macron).
 
Come affrontare, oggi, una crisi che mette a rischio senso ed esistenza del progetto europeo di integrazione? Individuando ed affrontando il principale blocco al processo di integrazione: lo status quo. Che non dipende da quei populismi e sovranismi in genere indicati come il principale male dell’Europa, quanto piuttosto da buona parte di quell’europeismo “mainstream” che, in gran parte, nel corso degli anni, questo status quo ha contribuito a costruirlo. C’è, oggi, in Europa una proposta politica europeista davvero impegnata per dotare la Ue degli strumenti necessari a rispondere alle aspettative in essa riposte dai cittadini e ad affrontare le sfide che ha davanti a sé (rilancio post pandemia, lotta ai cambiamenti climatici, gestione dei fenomeni migratori, difesa europea, completamento dell’Unione Economica e Monetaria, etc.)?
 
Che senso ha puntare il dito su questo tema, in un momento storico drammatico, in cui stiamo affrontando una situazione emergenziale? Ha il senso che deriva dalle opportunità che proprio l’attualità europea ci sta aprendo. Penso allo shock causato dalla pandemia, che ci sta costringendo a ripensare la Ue. Penso al voto europeo del maggio 2019, in cui la maggioranza degli elettori, con una partecipazione record, ha detto tanto di considerare la Ue come un player capace di rispondere alle proprie istanze, quanto di volere un cambiamento politico della stessa Ue. E penso anche alla natura politica della legislatura europea da poco avviata (Sassoli), che può contribuire a iniettare nuova linfa nel dibattito sul futuro del progetto di integrazione..
 
A quest’ultimo proposito, considero un passo falso la decisione di “congelare” la Conferenza sul futuro dell’Europa, rinviandola a data da destinarsi: è una decisione che bolla come marginale il confronto con i cittadini rispetto alle urgenze dell’oggi, che sta a politici e tecnici discutere ed affrontare. Eppure, se si volesse davvero cambiare lo status quo, dove si potrebbe trovare la propulsione politica necessaria se non proprio in un ampio coinvolgimento dei cittadini? I quali dovrebbero essere messi in condizione di conoscere e comprendere, all’interno di un dibattito da vivere da protagonisti, quanto le varie economie nazionali siano interrelate; quanto la crisi da coronavirus sia simmetrica, e dunque non riconducibile ai pregiudizi che spesso nutriamo gli uni verso gli altri; quanto l’Europa debba accelerare sulla via dell’integrazione, per non scomparire dinanzi alla Storia…
 
CONnessioni è una comunità che esplora, a partire dalla Parola, in che modo le libertà e le responsabilità personali di ciascuno di noi – connesse tra loro – siano chiamate in causa dalla realtà in cui siamo, con l’ambizione di contribuire a fare nuove le “cose” – le idee, i metodi, i fini – della politica. Lo fa a partire da quei valori di dignità della persona, libertà, eguaglianza e solidarietà, che sono al cuore dell’identità europea. Di recente Massimo Cacciari, parlando delle difficoltà dell’Europa, ha detto che “È il mondo cattolico che può essere il segno di contraddizione, che può rimettere in movimento qualcosa. Predicare il Verbo può avere, secondo me, effetti politici enormi ancora oggi come li ha avuti in passato”. CONnessioni, nel continuare a crescere come “comunità alternativa” (Martini), si pone nel pieno di questa sfida: alimentare la politica, “chiave di volta del temporale” (Maritain), con quei valori che sono alla base del progetto europeo di integrazione.
 
*Senior Expert in Public and European Affairs
mariodiciommo@gmail.com