di Arturo De Vita*

Fonte https://institutominere.com.br/blog/instituto-de-sebastiao-salgado-ja-recuperou-2000-nascentes-no-vale-do-rio-doce

 
Queste due foto a confronto parlano più di qualsiasi parola. Si tratta di un’esperienza che arriva dal Brasile, una delle Nazioni più colpite dal fenomeno della deforestazione.
Sebastiao Salgado, fotografo, originario dello Stato di Minas Gerais, dopo una vita passata in giro per il mondo a documentare i più vari fenomeni sociali, dalle migrazioni alle guerre, pieno di amarezza per gli orrori di cui è stato testimone, decide di tornare con la moglie in Brasile per occuparsi dell’azienda agricola di famiglia, nel cuore della foresta pluviale subtropicale.
 
L’artista riscopre una natura completamente trasformata rispetto a quella della sua infanzia, caratterizzata da un suolo quasi completamente arido, a causa dei numerosi abbattimenti.
Nel 1998 nasce l’Instituto Terra, l’organizzazione dedicata a “restaurare” l’ecosistema deturpato, restituendo alla foresta lo splendore originario della sua biodiversità.
 
Dopo dieci anni, il lavoro di Salgado e della sua comunità ha dato frutto: un parco nazionale aperto a tutti con oltre 2 milioni e mezzo di alberi piantati, le sorgenti naturali sono rinate e specie diverse di uccelli, mammiferi, piante sono tornate a vivere nella foresta.
Emblematiche sono le parole dell’artista “ho realizzato che esiste anche il dovere di fare qualcosa di bello, di mostrare a tutti l’incanto della natura”.
 
È così. L’uomo con il suo agire ha prodotto un insieme di alterazioni nell’ambiente in seguito all’immissione nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo di sostanze inquinanti. La terra protesta per il male che le provochiamo. I cambiamenti climatici, l’innalzamento delle temperature e la ricorrenza di fenomeni metereologici estremi ne sono la testimonianza.
Il patrimonio forestale rappresenta un rilevatore fondamentale dello stato ambientale di una nazione e dell’intero pianeta. Le foreste sono aree naturali preziose per le biodiversità, forniscono cibo e acqua, producono ossigeno, contrastano fenomeni di desertificazione.
 
La deforestazione ha raggiunto dimensioni enormi in termini di ampiezza di aree e soprattutto in termini di velocità del fenomeno di abbattimento, troppo repentino per garantire uno sviluppo sostenibile e la rigenerazione della flora e della fauna. A tutela delle foreste, gli interventi della Comunità Internazionale sono troppe deboli, in ragione dell’incapacità di incidere sulle politiche poste in essere da ogni singola Nazione e della mancanza di un coinvolgimento del settore privato sulle scelte da adottare.
Nella ricerca della bellezza ambientale si realizza l’equilibrio tra l’uomo e la natura.
 
Le azioni poste in essere a tutela del patrimonio forestale possono e devono mirare al recupero delle aree divenute aride a seguito di abbattimenti, grazie alla Nostra Terra capace di rigenerarsi ed alla volontà dell’Uomo di ripensare una vita sostenibile.
Profetiche le parole di Papa Francesco: “Se la cura delle persone e la cura degli ecosistemi sono inseparabili, ciò diventa particolarmente significativo lì dove «la foresta non è una risorsa da sfruttare, è un essere, o vari esseri con i quali relazionarsi»” (Francesco, Querida Amazonia).
E se è stato possibile in quell’angolo della terra, può accadere anche in molti altri. E il mondo cambierà.
http://www.institutoterra.org
 
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