Tante le riflessioni sul lavoro che sono emerse dal quarto e ultimo appuntamento del ciclo di incontri di formazione politica di Comunità di Connessioni. Il “palco” dei relatori, presenti nella splendida cornice della Chiesa del Gesù, vedeva come protagonisti il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra e il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini, accompagnati da Padre Francesco Occhetta e Ciro Cafiero, rispettivamente fondatore e presidente dell’associazione Comunità di Connessioni.

Occhetta ha spiegato la Tredicesima regola del Discernimento scritta da San Ignazio di Loyola centrata sulla menzogna interiore. Creiamo così labirinti contorti, veri e propri castelli interiori che non ci permettono di uscire sereni. Ci fanno perdere e ci richiedono le energie migliori per uscirne. Come si capisce che viviamo nella menzogna? Semplicemente lo sentiamo interiormente. Stiamo male!

Ma la menzogna, per funzionare, non deve essere conosciuta come tale; deve agire nel buio e nel nascondimento. Ha paura del confronto, per non essere smascherata, sopporta anche stati d’animo difficili da gestire che fanno stare male.

Al centro della riflessione del segretario Sbarra c’è stato il tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione, ai risultati e all’organizzazione delle aziende, sia come leva di sviluppo economico del Paese, sia come occasione di realizzazione della persona e di costruzione di un mercato del lavoro più equo. La rinascita dell’Italia, secondo Sbarra, non può non passare dal rilancio degli investimenti sul capitale umano, accompagnati da quelli in capitale tecnologico, e dalla costruzione di nuove reti di politica attiva che coinvolgano anche il privato per un’azione collettiva con il pubblico di risposta al bene comune. In questo contesto la tutela della persona nel mercato del lavoro non può essere meramente intesa nella tutela del posto di lavoro, bensì nella tutela della persona nel mercato del lavoro attraverso la sua formazione e la sua occupabilità. Da questo punto di vista occorre quindi rilanciare l’apprendistato come strumento contrattuale prediletto per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, contrastare l’abuso di tirocini e delle finte partite iva, nonché favorire processi di partecipazione e di contrattazione che possano garantire al mercato del lavoro una flessibilità buona che non sia sinonimo di precarietà e di morte sul lavoro.

Sullo spartito suonato da Sbarra, il presidente Vittadini ha riaffermato il rischio di vedere un mercato del lavoro sempre più polarizzato e schiacciato dal credo economico neoliberista. Quest’ultimo avrebbe infatti imposto un modello basato sulla concorrenza al ribasso a danno dei lavoratori, del loro reddito e della loro sicurezza. Oggi, afferma Vittadini, occorre ridisegnare una nuova cultura del lavoro che liberi i giovani e le persone dal burnout come unica prospettiva di vita e sappia rispettare la work-life balance delle persone con un approccio sostenibile a livello sociale, ambientale ed economico. Alcuni ingredienti per il rilancio italiano sono la costruzione di un nuovo modello educativo-formativo che non veda le università e i licei come uniche prospettive di studio dei giovani, ma lasci il giusto spazio anche alla formazione terziaria non accademica degli ITS e agli istituti tecnici e professionali i quali hanno un canale prediletto con il mondo del lavoro. A questo aspetto si aggiunge anche la necessità di impostare un nuovo modo di fare impresa che preservi ciò che è ancora valido dei modelli familistici ma che sappia guardare al futuro seguendo le evoluzioni del mercato.

Una visione realistica e determinata quella offerta da Sbarra e Vittadini che fa i conti con l’urgenza di rilancio e fiducia che ha l’Italia e le comunità che ne fanno parte. Argomenti e posizioni che fanno eco alle prossime elezioni europee e che richiamano i partiti e i candidati ad affrontare con coraggio, onestà e competenza la complessità del mondo di oggi.