* L’Autore ha preso parte alla presentazione della relazione in rappresentanza dell’Avvocatura dello Stato, istituto che patrocina l’Istat nelle cause civili, penali ed amministrative in cui è parte l’Ente.

Il Rapporto annuale Istat per il 2023, presentato il 7 luglio a Palazzo Montecitorio, fotografa, come di consueto, la situazione del Paese dell’anno precedente. Due temi spiccano sugli altri: la demografia e l’ambiente.

Sul primo punto, il documento evidenzia come la crisi demografica e la crisi dei giovani marciano di pari passo.

Infatti, anche per il 2023 il calo del numero dei residenti è frutto di una dinamica negativa (più decessi che nascite)[1].La persistente bassa fecondità è dovuta certamente ad un cambio di modello culturale, tale che nel passaggio di un ideale testimone dai genitori (i nati del baby boom) ai loro figli (i nati della metà degli anni Novanta), i contingenti dei nuovi nati sono pressoché dimezzati.[2]

La crisi dei giovani, invece, è innanzitutto crisi di ricerca di senso. Nel 2022 quasi un giovane su due (47,7 per cento dei 10 milioni e 273 mila 18-34enni) mostra di essere indietro o comunque non sentirsi adeguato in almeno uno dei campi tipici del ‘benessere’, vale a dire  nell’istruzione e lavoro, nei contesti in cui si realizza la coesione sociale, nell’ambito della propria salute (psico-fisica), del benessere soggettivo, oppure, infine, rispetto al proprio territorio.

La crisi giovanile è, altresì, aggravata da due fattori principali, ovvero l’emigrazione di giovani laureati e il fenomeno dei Neet. Questi ultimi sono giovani che non studiano e non lavorano; nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni si stima che un giovane su quattro possa essere iscritto nella categoria dei Neet. Inoltre, per i laureati tra i 25 e i 34 anni, cresce la “fuga   di cervelli”, pari al 9,5 per mille tra gli uomini ed al 6,7 per mille tra le donne. È pacifico che tale situazione produca perdite di risorse qualificate in tutto il Paese, con valori, peraltro, superiori al tasso migratorio medio nazionale.

In sintesi, i due fenomeni letti insieme fanno emergere  un quadro  allarmante: tra il 2021 e il 2050, la Relazione stima una riduzione della popolazione residente in Italia di quasi 5 milioni.

Venendo al secondo grande tema, l’ambiente, non si registra maggiore ottimismo. La parola chiave che domina il contesto è “scarsità”, soprattutto  di risorse naturali non rinnovabili, tra le quali l’acqua. Uno degli elementi essenziali e rappresenta una minaccia per la sostenibilità della vita sociale e dei processi produttivi[3].

Ci sono però alcuni segni di innovazione positiva. Tra questi l’incremento nell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili: aumenta la quota del fotovoltaico, che sale dal 13,0 per cento al 21,5 per cento (+8,5) sul totale di energia prodotta da fonti rinnovabili; al secondo posto, l’eolico, che passa dall’11,9 al 18,0 per cento (+6,1) ed al terzo le bioenergie (+3,3 dal 13,1 al 16,4 per cento).

Dalla lettura del rapporto, dunque, si possono trarre alcuni spunti di riflessione. Circa la crisi dei giovani, non può che ribadirsi come concorrano allo smarrimento attuale alcune circostanze, tra le quali la fine dell’epoca religiosa, dovuta alla mancanza di trasmissione dei valori dai genitori ai figli e, più in generale, il superamento di ogni ‘verità’ o certezza filosofica, etica o religiosa, tale da ispirare una prassi anche politica. Tale prospettiva culturale sembra oggi sostituita dal ‘credo’ nel sapere tecnologico e scientifico[4].

I giovani in tal modo vivono nel perenne ondeggiamento tra fame di speranza e pericolo di illusione, si sentono “irregolari” rispetto ai tradizionali canoni di vita sociale e devono affrontare una maggiore complessità dell’esistere, essendo chiamati tutti ad uscire radicalmente da quella terra ormai senza frutto abitata da chi li ha preceduti per cercare, lontano da casa, senza una meta precisa, una nuova accettazione di sé[5].

È l’invito per chi crede ad una conversione al Gesù uomo, che chiede la sequela al viaggio di cui non si conosce la destinazione e che giustamente spaventa: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».

Ciò incrocia il binomio resilienza/innovazione, quale viatico per l’esistenza prossima ventura, che il documento di statistica, pur nella sua asetticità, propone per descrivere questo tempo.

D’altro canto, se per risolvere le questioni delle nuove generazioni è un problema di modello culturale, rispetto all’ambiente è necessario agire. Si parla al riguardo di “solidarietà planetaria”, poiché solo l’unificazione degli sforzi può portare salvezza[6].

Certo è che si tratta di un programma tutto da costruire, considerata l’inadeguatezza in proposito del pensiero contemporaneo.[7]

Il Rapporto dell’Istat accompagna, quindi, il Paese e ne ritrae le trasformazioni ed i nuovi fermenti. In quest’ottica, giovani ed ambiente sono aspetti ineludibili per realizzare la terra abitabile, “quel regno dello spirito nel quale come diceva Hegel, l’umanità si potrà un giorno sentire presso di sé, a casa propria”.[8]

I dati e le statistiche sono, dunque, strumenti a disposizione delle politiche per sostenere i processi di sviluppo, per ridurre le disuguaglianze intragenerazionali (tra adulti e giovani) e intergenerazionali (tra questa e le generazioni che verranno).

Fraternità, pertanto, e gioia nella relazione tra persone e con il creato, una politica di priorità per i giovani e per l’ambiente, generatori di vita e di futuro. È questo che, come cristiani e come europei, dobbiamo avere il coraggio di proporre con la dovuta radicalità.

[1] Il dato non è compensato dalle nascite dei migranti, atteso che le nascite diminuiscono dell’1,1 per cento in meno rispetto all’anno precedente. In particolare, la fecondità della popolazione residente (1,24 figli in media per donna nel 2022) resta al di sotto del periodo pre-pandemico (1,27 nel 2019).

[2]La nascita di un figlio per donna in Italia è posticipata verso età più avanzate: l’età media al parto per le donne residenti in Italia è aumentata di dodici mesi dal 2010 al 2020, mentre è rimasta stabile nel 2021 e nel 2022, a 32,4 anni.

[3] La disponibilità di acqua ha raggiunto il suo minimo storico nel 2022, quasi il 50 per cento in meno rispetto al periodo 1991-2020.

In positivo, in Europa continuano a diminuire le emissioni di gas serra: l’Italia è tra i cinque paesi Ue27 che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione.

[4] Cfr. E. Severino Lezioni sulla politica. I greci e la tendenza fondamentale del nostro tempo, dove l’Autore sottolinea che la tecnica da mezzo, qual era, sia divenuta il vero fine, cui ogni potenza è asservita. Nel contesto del nostro discorso, così, non ci si chiede più, ad esempio, se sia giusto o bello far nascere un figlio, ma se la tecnica mi consente di generarlo quando ne avrò desiderio; la tecnica e non la regola (etica o religiosa) produce, quindi, la genitorialità.

[5] Esemplare in tal senso la rappresentazione della condizione giovanile nel romanzo Spatriati di M.Desiati (vincitore Premio Strega 2022), dove è prospettata l’amicizia di due giovani, vissuti in provincia e trasferiti in una città europea, quale veicolo per diventare adulti insieme.

[6] Cfr. J. Moltmann, Teologia politica del mondo moderno, 2022, dove si pone, in chiave provocatoria, la domanda fondamentale, se l’umanità abbia diritto di esistere, considerandosi solo parte del cosmo ed indirizzando la sua opera a riedificare l’integrità biologica (piani di sviluppo sostenibile, riserve naturali, recupero delle specie, impedire l’ingresso di organismi esogeni in un dato ecosistema, amministrare l’uso delle risorse) e morale (favorire la politica della non-violenza, ripristinare la cultura della tolleranza, riconoscere l’importanza dell’educazione spirituale dei giovani)

[7] Cfr. Paolo VI, Octogesima adveniens, 401-441.

[8] G. Vattimo, Addio alla verità, pag. 29