Nel corso del recente incontro del Gruppo dei 33, Chiara Alvisi ha relazionato, interrogandosi sul rapporto tra fraternità e finanza.
Quali le vie da percorrere affinché il paradigma della fraternità, quando applicato alla tecnologia della moneta, sia in grado di generare inclusione finanziaria?
Si alternano nel dibattito pubblico le riflessioni sulla distribuzione della ricchezza e le preoccupazioni sulle persistenti disuguaglianze che sembrano immobilizzare la stessa nelle mani di pochi mentre scarseggia sempre più nelle mani di molti.
In economia, tuttavia, esiste anche una definizione dinamica di una ricchezza che è in grado di passare “di mano in mano” ed è racchiusa nel concetto di moneta, ovvero in quella tecnologia che consente di regolare le transazioni tra cittadini a condizione che chi è coinvolto nello scambio “creda”, ovvero abbia fiducia, nel suo valore.
Nelle economie monetarie esiste un nesso inscindibile tra potere e moneta, tale per cui l’utilizzo di quest’ultima trova consenso nella misura in cui si riconosce il potere dell’autorità emittente di darne il corso legale. La responsabilità politica del mandato di natura tecnica si manifesta nel grado di prossimità istituzionale che l’ecosistema finanziario dimostra nello sfruttare le proprietà “moltiplicative” dell’intermediazione e rendere la moneta disponibile alla collettività.
La transizione digitale dei mercati finanziari chiama la politica monetaria a ripensare il modello funzionale della moneta pubblica, intesa come bene inclusivo, per favorire un maggiore accesso dei singoli alla rete sociale dell’economia, garantendo un’inclusione finanziaria che trascenda l’orizzonte dell’io e del tu e coinvolga pienamente l’altro, il fratello che vive in una condizione strutturale di esclusione.
Per consentire ad un sistema finanziario più digitale e inclusivo di definire un nuovo paradigma di fraternità finanziaria, la progettazione di ogni dispositivo che si proponga come “moneta del domani” deve essere in grado di allineare l’esigenza di efficientamento all’evoluzione dei bisogni della società, declinare lo sviluppo digitale in una prospettiva di giustizia sociale. Ed in questo, risultare un progetto monetario sostenibile.