Dalle crisi dei metodi tradizionali, potrà emergere un sistema educativo più aperto, inclusivo e a misura di persona. Se non perdiamo la speranza, ma sfruttiamo la possibilità di interrogarci su come insegnare, ne usciremo più forti, preparati e, inevitabilmente, critici.
Tentare una ricostruzione unitaria e coerente dell'idea della giustizia in Dante è, “se non impossibile, quantomeno assai difficile”. Ed è proprio da questa premessa che, la Professoressa Marta Cartabia, in occasione della Lectio magistralis dal titolo “Molti hanno giustizia in cuore”, tenutasi presso la Casa di Dante (Firenze), lo scorso 7 maggio, ha voluto esplorare cinque delle innumerevoli vie della giustizia che Dante percorre nella Commedia: il contrappasso, la proporzione, la vendetta, le eccezioni alle regole, la riparazione.
Il 24 marzo l'organo antitortura del Consiglio d'Europa (Cpt) ha definito le carceri italiane “violente e sovraffollate” ed ha chiesto l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame del 41bis. È così ritornato al centro del dibattito politico il tema della giustizia che divide la società tra giustizialisti, che fondano la loro idea di giustizia sulla vendetta, e permissivisti, che minimizzano l’accaduto e vorrebbero chiudere le carceri. Queste posizioni funzionano però fino a quando la giustizia non tocca la propria carne o quella di un familiare. È così ritornato al centro del dibattito politico il tema della giustizia che divide la società tra giustizialisti, che fondano la loro idea di giustizia sulla vendetta, e permissivisti, che minimizzano l’accaduto e vorrebbero chiudere le carceri. Queste posizioni funzionano però fino a quando la giustizia non tocca la propria carne, quella di un familiare o di un amico, un collega o qualcosa che si è costruito: allora, improvvisamente, ci si converte a idee di giustizia non ideologiche. Per questi motivi, la riapertura di un dibattito sulla giustizia e sull’applicazione della riforma Cartabia dovrebbe partire da alcune premesse culturali.