Scuote le coscienze, o almeno dovrebbe, il “Caso Cospito”, storia di un anarchico - detenuto da oltre 10 anni e dal mese di maggio sottoposto al regime di carcere duro – che da 114 giorni prosegue lo sciopero della fame. La volontà del detenuto è chiara: lasciarsi morire lentamente e sotto i nostri occhi. Lo si evince dal mandato conferito pochi giorni fa al suo legale per impedire, attraverso vie giudiziarie, ogni forma di alimentazione forzata ove dovesse perdere conoscenza.Ma si fa presto a dire ordine. La nozione che il “fare ordine” evoca, richiama un’esigenza di sicurezza. Il concetto di ordine sembra, quindi, inestricabilmente intrecciato a quello di autorità.
Per la prima volta da decenni, il nostro Paese si era dotato di un piano di riforme pluriennale (contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e delle competenze necessarie per realizzarlo. L’attuale Parlamento e il Governo Draghi sono riusciti a raggiungere i primi obiettivi fissati nel PNRR, facendo ottenere all’Italia la seconda tranche di finanziamenti europei lo scorso giugno, ma Il cammino delle riforme al cui raggiungimento è subordinato il disborso degli ulteriori fondi targati UE, ha subito una battuta d’arresto. In vista delle elezioni del 25 settembre, verifichiamo cinque punti sui quali il dibattito pubblico dovrebbe concentrarsi e sui quali chi si candida alla guida del Paese dovrebbe provare a offrire risposte.
L’Unione Europea, sin dalla sua fondazione, come recita il comunicato stampa, ha «contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra in un continente di pace». Anche destre e sinistre convergono nell’individuare, tra gli achievements dell’Unione, proprio l’aver assicurato oltre sei decenni di pace e prosperità ai propri cittadini, sostituendo alle armi tavoli negoziali democratici permanenti in cui gli Stati Membri possono confrontarsi.
di Rosalba Famà
A pochi giorni dal dilagare della pandemia, Papa Francesco, al termine della benedizione Urbi et Orbi del 12 aprile 2020, lanciava una...