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Marco Fornasiero

Verso le elezioni europee del 2024

Ogni cinque anni i cittadini europei sono chiamati a un grande esercizio di democrazia: le elezioni europee per rinnovare le cariche che compongono l’eurocamera. Il risultato elettorale, dunque, è centrale per la definizione delle priorità di governo dell’Unione, che ogni giorno impattano sulla vita dei cittadini, dall’economia alla salute, dalle politiche sul lavoro all’ambiente e alla sicurezza. Le elezioni del 2024, le decime della storia europea, saranno caratterizzate non solo da una forte cassa di risonanza a livello nazionale.

L’Europa tra politica estera e difesa comune

Per molti secoli l’Europa è stata al centro del mondo: la maggior parte delle più grandi civiltà, che in diversi periodi storici hanno ricoperto un ruolo centrale nella definizione delle gerarchie del mondo moderno erano europee; si pensi alla cultura del popolo italiano, agli imperi di Francia, Spagna, Portogallo e quello britannico.

L’Europa a un anno dal conflitto

Dai tempi del Patto di Bretton Woods, era il 1944, ad oggi, mai come adesso l’Unione Europea era stata al centro del dibattito pubblico. Certo, l’UE ha vissuto molte sfide e di varia natura, e molte in tempi recenti: la crisi economico-finanziaria del 2008, che ha dato spazio alle politiche di austerity, linfa ineguagliabile per i populismi; l’avvento del Covid 19, che ha messo in ginocchio il mondo intero, Europa compresa; e ancora, la guerra in Ucraina, con urgenze a cascata per i Paesi dell’Unione Europea, dal contrasto all’innalzamento dei prezzi dell’energia alla predisposizione di un piano di aiuti al popolo ucraino.

Mediazione e bene comune: due facce della stessa medaglia

Era il 1990 quando grazie all’associazione Naga di Milano prendeva vita il primo corso per mediatori linguistici in Italia. Il contesto geopolitico era in fase di ridefinizione - con l’allargamento a Est dell’Unione Europea e il progressivo arrivo di migranti sulle coste italiane – ed emergeva una nuova esigenza sociale a cui rispondere: integrare diverse tradizioni e culture. Non era la prima volta in cui in Italia si affrontava il tema, ma è significativo notare che la figura del mediatore linguistico nasce in risposta ad un’esigenza concreta della società civile.

Il Congresso di Comunità di Connessioni

 “Ciò che non rigenera, degenera” (Edgar Morin). Per rigenerare, dobbiamo aver chiaro chi vogliamo diventare. E’ questa la domanda che ci siamo posti in questo momento di condivisione: chi vogliamo essere? Le strade sembrano due. La prima è quella dei “sì” e quella del "no".

La formazione come azione politica

Il 9 – 11 settembre, per il secondo anno consecutivo ci incontreremo a Monterosso, al Santuario di Nostra Signora di Soviore, per il congresso annuale. Momento di sintesi, di bilanci e di ripartenza verso un nuovo anno, consci delle sfide che ci aspettano e della responsabilità che soprattutto ai giovani è stata affidata dalle istituzioni. Del resto, come diceva Aldo Moro, “per fare le cose ci vuole il tempo che ci vuole”.

L’Europa e l’atlantismo: un ricorso storico

Dallo scoppio del conflitto russo in Ucraina stanno tornado alla ribalta concetti e parole che non si sentivano da tempo nella scena politica nazionale e internazionale. Dal secondo dopoguerra fino alla caduta del regime sovietico, la teoria dei blocchi contrapposti, la minaccia sovietica e l’atlantismo hanno ricoperto un ruolo centrale nella determinazione delle scelte politiche, economiche e sociali europee.

Comunità energetiche: un laboratorio culturale enzima della transizione

transizione che viviamo non è solo ambientale, ma anche digitale e occupazionale, politica e culturale; è alimentata da una visione più ampia e antropologica, che non si riferisce solo all’ambiente, ma che pone l’accento sulla relazione tra persone, individuo e comunità, comunità e ambiente. Questa transizione porta nel cuore un’idea di sostenibilità nuova.

Una nuova integrazione europea

Che cosa significa essere cittadini europei oggi e quali possono essere le leve per velocizzare il processo di integrazione che stiamo vivendo? Sono queste alcune delle domande che dovremmo porci, soprattutto a fronte del conflitto in corso in Ucraina. La guerra ha avuto ripercussioni, e continuerà ad averne anche in futuro, in molti settori che toccano la vita quotidiana delle persone.

Crisi energetica e integrazione europea

La gestione dell’energia e la gestione della sicurezza, potrebbe far compiere alla stagione delle riforme, inaugurate con la Presidenza di David Sassoli al Parlamento Europeo, un ulteriore passo verso un NextGenerationEU per il clima. Tuttavia, come ha affermato anche il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il 23 marzo al Senato della Repubblica, occorre finanziarla da risorse europee a sostegno del clima, dell’energia e della difesa. La storia sembra ritornare. Le origini del progetto europeo, con la nascita nel 1951 della Comunità economica del carbone e dell’acciaio – CECA, si fondavano proprio sull’esigenza di porre in comune le risorse energetiche.

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